30
Aprile

Se tra il dire ed il fare c’è di mezzo la revisione

Il Presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, sul tema revisioni afferma: Aspettiamo pure che passi un po’ di tempo per verificare se le nuove modalità previste dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con la ormai nota (agli operatori senza dubbio) circolare del 1°aprile 2015 per revisionare i veicoli industriali partite lo scorso giovedì 9 aprile funzionano bene, oppure no. 

Ma, anche se sono trascorsi circa 20 giorni, i problemi sono già emersi, e non pochi.

Troppa fiducia nell’operazione ritenuta salvifica dell’utilizzo delle tecniche informatiche – ovunque e comunque: è questo che si registra sul campo.

Le revisioni eseguite presso la sede della Motorizzazione con i singoli slot di prenotazione creati sul concetto del tempo e quindi con una durata delle operazioni di revisione dei mezzi pesanti dai 15 ai 20 minuti  per ogni veicolo, paradossalmente non aiuta più di tanto l’organizzazione della Motorizzazione stessa, e di certo non sta agevolando quella delle imprese.

Siamo sempre alle solite: il cittadino e l’impresa sono al servizio della Pubblica Amministrazione. Ma non dovrebbe essere il contrario?

E’ indubbio che i primi giorni di applicazione della nuova procedura stiano creando non pochi problemi e “lungaggini”, creati appunto dalla novità del sistema informatico.

Questo si traduce in una forte penalizzazione innanzitutto per il sistema produttivo dei territorio con migliaia di veicoli in attesa di poter effettuare la revisione e, paradossalmente, col rischio concreto di fermarsi in mancanza della stessa.

Ma non è solamente una questione di programma: esiste una questione più profonda rappresentata dal concetto di flessibilità.
 
Orbene, se la flessibilità è per il programmatore informatico una sorta di “brutta parola”:  questa non può esserlo per un servizio così importante come quello erogato dalla Pubblica Amministrazione.
 
Il “tempo” della Pubblica Amministrazione si è definito e delimitato, mentre il “tempo” delle imprese si è allungato e con esso sono cresciuti i costi fissi per la revisione annuale. Stesso termine, ma differenti conseguenze: chi paga poi alla fine?
 
Cosa chiediamo come Confartigianato Trasporti attraverso la lettera congiunta con le altre Associazioni dell’Autotrasporto presenti nell’Albo inviata al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Delrio il 24 aprile scorso?  Niente altro che flessibilità.
 
In che modo? Allargando ai Centri di Revisioni autorizzati dei privati maggiori compiti, oltre che naturalmente responsabilità.

Questione di tempo appunto (si potrebbe ipotizzare, per superare le criticità maggiori, un’estensione dell’orario delle revisioni al sabato pomeriggio), ma anche di spese (tante) e di necessità delle imprese che hanno il diritto di lavorare.
 
Se lo Stato ha difficoltà per soddisfare le necessità dei cittadini e delle imprese, può fare un passo indietro delegando  il “privato” e mantenendo comunque il controllo sul suo operato (e naturalmente studiando un sistema che non ne aumenti i costi e che magari possa agevolare chi acquista mezzi nuovi).
 

30/04/2015

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30 Aprile 2015