Covid19: Germania proroga i controlli alle frontiere – Per Confartigianato Trasporti approccio inaccettabile ed antistorico
È stata prorogata fino al 17 marzo la misura decisa dalle autorità tedesche che prevede i controlli alle frontiere con l’Austria e con la Repubblica Ceca, a causa della diffusione delle varianti del nuovo coronavirus su quei territori.
Restano quindi anche i controlli, introdotti il 14 febbraio, per gli autotrasportatori italiani che attraversano il Tirolo per raggiungere il territorio tedesco; controlli su cui si sono espresse anche le autorità Ue, le associazioni di categoria dell’autotrasporto italiane ed europee e il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, chiedendone la rimozione.
In Germania, lo scorso gennaio, è entrato in vigore un regolamento per gestire gli ingressi nel Paese con diverse misure in base alle aree di provenienza.
Le aree sono 3:
– rischio standard, senza obblighi per gli autisti;
– ad alta incidenza, senza obbligo di test anti Covid, ma con obbligo di registrare il proprio ingresso sull’apposito sito se il soggiorno non supera le 72 ore. Per soggiorni superiori alle 72 ore, invece, vige anche l’obbligo di test, da effettuarsi non più di 48 ore prima dell’ingresso in Germania;
– con varianti di virus, con obbligo di presentare un certificato di Covid test negativo, effettuato nelle 48 ore precedenti e di registrarsi sul sito.
L’Austria, in particolare la regione del Tirolo, e la Repubblica Ceca rientrano in questa categoria.
“La decisione della Germania è a dir poco preoccupante. Infischiandosene delle raccomandazioni della Commissione UE ci sono Paesi come la Germania e l’Austria che continuano a perseguire misure inaccettabili ed antistoriche impedendo la libera circolazione ed ostacolando i corridoi verdi che garantiscono i flussi di mobilità delle merci.
Così commenta la proroga tedesca Presidente di Confartigianato Trasporti e Vicepresidente Uetr Amedeo Genedani.
“Ci appelliamo al Presidente Draghi e al Ministro Giovannini affinché facciano sentire la propria voce a Bruxelles contro chi disattende le scelte comuni europee – continua Genedani – e chiedano di fermare questa escalation che, non solo danneggia gli autotrasportatori, ma finirà per abbattersi contro l’economia italiana”.