Austria – Una esplosiva combinazione: dalla chiusura del Brennero ai divieti settoriali di transito
L’Austria ha annunciato la costruzione di una barriera al Brennero, la quale determinerebbe un impatto – con risvolti sociali ed economici – di ampia portata. Il rallentamento del trasporto di merci nelle aree di confine e l’incremento dei costi per il sistema manifatturiero e dei trasporti causerebbe una perdita di competitività alle imprese in una fase di ripresa ancora fragile ed accentuerebbe gli effetti negativi del rallentamento in corso del commercio internazionale.
Il muro del Brennero, solo per le regioni italiane del Nord Est – Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – farebbe crollare l’export dei prodotti made in Italy nonché il turismo verso sette Paesi europei che vale oggi il 34,3% pari a circa 30 milioni di euro.
Il solo rallentamento di un’ora all’impresa di autotrasporto costa 60 euro/veicolo con il conseguente aumento del 10% dei costi dei noli per i committenti ed i consumatori.
Tutto ciò è sicuramente controproducente per agganciare l’Italia alla ripresa economica tanto più che l’alternativa ferroviaria appare per il momento insufficiente ed inadeguata.
Nello stesso tempo l’Austria e il Tirolo riprovano di reintrodurre i divieti settoriali di transito.
A tal proposito, Confartigianato Trasporti con una comunicazione del Presidente Amedeo Genedani, dello scorso 17 Marzo 2016 sul proprio sito web – www.confartigianatotrasp.it – informava che:
“Con il pronunciamento negativo della Commissione UE, il provvedimento relativo al divieto di transito settoriale austriaco che avrebbe penalizzato l’economia dell’export Italiana, dimostra che quando le ragioni vengono illustrate con fermezza ed unitarietà e sono portate avanti in collaborazione prevalgono sempre sugli interessi particolari“.
Il Presidente di Confartigianato Trasporti, nella medesima dichiarazione, affermava che:
“La questione Austria – continua Genedani – non è comunque terminata e dovremo aspettarci ulteriori atti del governo austriaco che molto probabilmente analizzerà con attenzione i contenuti del provvedimento europeo per presentare ulteriori proposte di limitazione della circolazione.”
Ed in effetti, il Governo austriaco, con innegabile determinazione ha rimodulato la propria iniziativa emanando il Regolamento del Governatore del 18 Maggio 2016 LGBI n° 44/2016 che si può leggere sul sito https://www.tirol.gv.at/umwelt/luft/nachtfahrverbot/
Gli austriaci cercano di reintrodurre i divieti settoriali di transito intervenendo sulla classificazione euro dei veicoli e giustificando le restrizioni con l’obiettivo di ridurre fortemente l’inquinamento atmosferico provocato dalla circolazione dei veicoli commerciali.
Occorre che l’Italia tutta, comprese le zone di confine nonché l’Europa di Bruxelles, faccia quadrato ed intervenga in difesa delle sue esportazioni autotrasportate.
A nostro parere, gli aggiustamenti introdotti a modifica delle precedente legge, dagli austriaci con vigore e supportati anche dall’EUREGIO Tirolo, sono portatori di grosse contraddizioni, ad esempio:
1. favoriscono gli autotrasportatori austriaci a danno degli italiani
2. limitano l’utilizzo dei veicoli meno inquinanti al Giugno del 2018
3. legano il veicolo alla merce trasportata danneggiando ad esempio l’export italiano delle piastrelle
4. agevolano il trasporto locale permettendo la deroga ai veicoli fino a 7,5 t di massa massima e quelli storici (che normalmente sono più inquinanti perché di classe euro inferiore)
5. giustificano le deroghe per i carichi/scarichi nella “zona centrale” per la mancanza dell’alternativa ferroviaria
6. sconvolgono i ruolini dei tempi di lavoro con l’allargamento del divieto notturno di guida provocando un innalzamento del costo del trasporto.
Queste contraddizioni vanno risolte perché nel mondo della globalizzazione non ci si può permettere di chiudere sostanzialmente alla circolazione delle merci la A 12 dell’Inntal con la politica dei divieti ferrei senza – al contrario – apprestare politiche disincentivanti e graduali in attesa di realizzare concrete alternative alla strada.
26/05/2016