IL PERCHE’ DI UNA DISDETTA
A conclusione dell’incontro Governo – Vettori dello scorso 16 Settembre Confartigianato Trasporti, Conftrasporto e SNA-Casartigiani hanno comunicato al consigliere del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture On. Rocco Girlanda lo scioglimento dall’ impegno preso con la firma del Protocollo d’Intesa del 28 Novembre 2013.
Il giorno successivo, il 17 Settembre, anche l’ANITA disdettava il protocollo.
“Il Governo deve dire cosa intende fare del comparto dell’autotrasporto italiano” questo il senso del disagio dell’autotrasporto nazionale espresso da Confartigianato Trasporti e dalle associazioni che hanno disdettato il “Protocollo”.
Andiamo con ordine.
Solo in data 13 Febbraio 2014 viene sottoscritto il verbale d’intesa per la ripartizione dei fondi destinati al settore, pari a 330 milioni di euro.
In data 25 Marzo vengono tagliati 18,1 milioni di euro su richiesta formale del Governo e con senso di responsabilità le associazioni dei vettori acconsentirono anche perché il Governo garantì che non avrebbe effettuato ulteriori tagli non necessari a seguito del risparmio che doveva essere conseguito con l’accorpamento di ACI/PRA/Motorizzazione.
In data 13 Maggio, nel corso di una convocazione al MIT – inaspettatamente – il Governo richiese un successivo taglio al fine di contribuire alla riduzionedell’IRAP e al finanziamento degli “80 euro” per un importo di 11,8 milioni di euro.
Dopo un aspro e difficile confronto le associazioni chiesero in contropartita una riduzione drastica dei divieti di circolazione nonché l’approvazione in tempi rapidi dell’emendamento dell’ “inversione dell’onere della prova” al fine di contrastare il cabotaggio abusivo.
Contestualmente, veniva riaffermato l’impegno governativo al ripristino delle risorse appena possibile e comunque entro il 2014.
Nel pomeriggio del 16 Settembre, si svolgeva l’incontro tra il Governo e i “committenti” organizzato per valutare la sentenza della Corte di Giustizia europea sui “costi minimi”.
Per l’occasione ci giunse notizia della volontà di una parte dei “committenti” di introdurre la liberalizzazione completa e selvaggia del settore.
In data 17 Settembre , analizzando il testo del decreto “Sblocca Italia”, veniva rilevata la mancanza dell’emendamento sul cabotaggio ed inoltre un nuovo taglio pari a 58 milioni di euro per la riduzione compensata dei pedaggi autostradali di cui il MIT non aveva fatto alcuna parola.
La lettura della sentenza della Corte di Giustizia europea sui “costi minimi” sia per quanto riguarda il dispositivo che la linea interpretativa – per la Confartigianato Trasporti – non smentisce affatto le motivazioni del legislatore italiano.
Le modifiche normative successivamente intervenute, che hanno attribuito il potere di determinare i “costi minimi” al Ministero sulla base di criteri oggettivi hanno eliminato la possibilità di effettuare tale determinazione nell’ambito dell’Osservatorio è condizione sufficiente per ritenere, senza ombra di dubbio, la loro pienalegittimità.
Anzi, la sentenza afferma che; quando delle tariffe sono imposte dallo Stato nell’interesse pubblico non confliggono con la norma europea.
Rimane il problema di riequilibrare il rapporto impari tra il committente ed il trasportatore; regolarlo perciò è un interesse pubblico primario.
E’ dovere politico del Governo evitare di lasciare nell’incertezza gli operatori del settore per cui Confartigianato Trasporti chiede un’apposita circolare in difesa dei costi minimi e di proseguire la pubblicazione mensile sul sito web del MIT degli stessi.
Nello stesso tempo, rigetta, con la disdetta immediata del “protocollo”, il tentativo dell’esecutivo di prendere ancora del tempo.
Le inadempienze riscontrate, segnalate ed illustrate nel corso del citato incontro governativo sono molteplici; manca, infatti, la nomina ministeriale del Presidente del Comitato Centrale dell’Albo al fine di iniziare il processo di regolazione del mercato e dare corso ai nuovi compiti del Comitato CentraleAlbo.
Nulla è stato fatto per rimodulare il calendario dei divieti di circolazione necessario per recuperare competitività non è stato neppure approvato l’emendamento – condiviso all’unanimità – per contrastare il fenomeno del cabotaggio abusivo.
Assenti dalla scena riformatrice il distacco ed il comando internazionale, nonché l’esenzione della responsabilità oggettiva del datore di Lavoro per le violazioni ai tempi di guida e di riposo, la possibilità del riconoscimento del credito d’imposta sui beni d’investimento, il mancato trasferimento del personale ACI – PRA alla Motorizzazione con l’effetto di mortificare gli autotrasportatori nei loro adempimenti normativi.
Ed ancora, i serbatoi a terra, i nuovi pedaggi delle infrastrutture, le semplificazioni in materia doganale e fiscale, la soppressione dell’aggravio delle tariffe elettriche, i porti e la logistica ma soprattutto le “accise”.
Non è sufficiente un impegno verbale, servono atti scritti, che intervengano immediatamente sulle decisioni inerenti le compensazioni dell’accisa per l’anno 2015 e il mantenimento delle risorse al sostegno delle imprese monoveicolari.
Sono queste forse motivazioni inadeguate per la disdetta del “protocollo d’Intesa”?
Confartigianato Trasporti che è stata definita dalla committenza commerciale una “parte minoritaria ma rumorosa delle rappresentanze dell’autotrasporto” ; non ci sta e chiama a raccolta gli autotrasportatori , grandi e piccoli, affinché assieme alle altre associazioni che hanno disdettato il “Protocollo” sia ritrovato quel sussulto di dignità fondamentale per uscire dalla crisi del nostro paese.
Il primo appuntamento per la mobilitazione nazionale degli autotrasportatori sarà Sabato 11 Ottobre 2014 dalle ore 10.00 alle ore 11.25 nell’occasione dell’evento TRUCKEMOTION presso l’Autodromo di Monza.
Il Presidente Confartigianato Trasporti
Amedeo Genedani
Roma 24 Settembre 2014