AUTOSTRADE DEL MARE 2.0
Organizzato dalla Confcommercio e da FEDARLINEA si è tenuto a Roma un interessante convegno sul ruolo delle Autostrade del Mare per rilanciare il processo di integrazione economica del Paese attraverso le connessioni intermodali e nel contempo sostenibili.
Autostrade del mare, punto due punto zero, perché dall’esperienza passata si devono raccogliere analisi, criticità e fare proposte per la ripartenza avendo sempre presente che ” dentro la fabbrica il proprio prodotto è sempre quello più competitivo ma quando esce dai cancelli non lo è più ” per le note insufficienze del sistema paese ed in particolare di quelle infrastrutturali; così, nell’introduzione del Direttore Generale di Confcommercio Francesco Rivolta .
03/04/2014
L’Amministratore di FEDARLINEA Michele Ruggeri ha coordinato i lavori delimitando l’area del confronto e ponendo alcune domande guida come :
Possiamo fare a meno del cabotaggio pubblico/privato
I porti possono rappresentare il punto di ripartenza di una politica per l’interesse generale
Solo “contenitori” o anche il Ro-Ro
Ed infine, è possibile ed auspicabile un’unica regia che superi le visioni parziali ?
Il compito di illustrare il quadro della situazione è stato affidato ad ISFORT tramite Andrea Appetecchia il quale dall’esame della programmazione europea è arrivato alle prospettive future del combinato marittimo passando attraverso le valutazioni dei soggetti interessati sull’impatto degli stessi programmi sulla realtà del paese.
L’obiettivo è quello di incentivare la “catena ” e non il singolo soggetto del combinato marittimo sostitutivo alla strada attraverso tre corridoi e non solo da e per le isole, risparmiando energia, riducendo l’inquinamento ed utilizzando lo strumento dell”Ecobonus oggi apprezzato da molti paesi della comunità.
La posizione della Tirrenia è stata rappresentata dal suo Presidente Ettore Morace il quale, analizzando la politica della Compagnia ed i suoi positivi risultati, ha auspicato che le Autorità portuali, gli autotrasportatori e gli armatori forniscano univoci “messaggi collettivi” perché la politica del combinato marittimo è e non potrà che essere collegiale.
Sulla stessa falsariga si è pronunciato Enrico Maria Pujia , Direttore Generale del Trasporto Marittimo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il quale ha allargato la visione oltre il Mediterraneo disegnando nuovi rapporti commerciali e le rinnovate rotte percorribili.
Ha auspicato la riattivazione del retroterra culturale ( tradizione, personale, scuole, etc )ancora presente in molte realtà territoriali al fine di rilanciare nuovi progetti formativi per gli operatori marittimi onde favorire l’occupazione. Forte e deciso è stato il rilievo circa l’assoluta necessità di avere a livello centrale un’autorevole “governance ” del settore.
Le considerazioni svolte dal Segretario Generale ASSOPORTI Paolo Ferrandino sono state certamente realistiche e prive di qualsiasi accento radicale. “Dobbiamo metterci d’accordo sul metro se vogliamo concordare la misura” ha detto, riferendosi allo stato esistente della portualità diffusa italiana. E’ sbagliato perseguire una politica di risparmi di spesa fini a se stessi così come la realizzazione di grandi terminal dei contenitori e non invece differenziare i siti, le dotazioni se non anche le attitudini di ogni singolo porto per una “rete dei porti” in un unico disegno, in un solo quadro di riferimento che finalmente sia certo e stabile nel tempo.
Francesco Benevolo, direttore operativo di RAM (Rete Autostrade Mediterranee), ha evidenziato che nella ripartizione modale dei traffici in Italia sulle percorrenze superiori ai 50 km, la percentuale del mare si è attestata al 7% come quella delle ferrovie, che prima era al 9%. Secondo Benevolo questo dimostra come la fase 1.0 delle Autostrade del mare abbia ottenuto risultati importanti ma che, con il nuovo approccio europeo, occorre definire un modello policentrico alternativo al progetto sistemico di difficile attuazione.
Attenti, ha continuato, non esistono soluzioni miracolose raggiungere il 12% sarà un ottimo risultato oltre cui si innescheranno altre e diverse problematiche; come ad esempio quelle della sicurezza che vanificheranno i risultati ottenuti.
Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto, ha sottolineato che per realizzare questa proposta sono fondamentali gli incentivi agli autotrasportatori ma anche che il governo capisca l’importanza delle Autostrade del mare e si spenda per realizzare politiche di sviluppo su questo tema. Seguiamo il mercato ma vigiliamo sia sul comportamento degli operatori sia sull’operato delle Istituzioni.
Nella sintesi finale del convegno il Presidente Paolo Uggè ha rilevato:
“Ridurre le emissioni di Co2 di 400 tonnellate e eliminare 8 mila chilometri di coda, sono questi i risparmi che si potrebbero ottenere imbarcando su nave i circa 700 mila tir che ogni anno circolano sulle autostrade italiane.
Le associazioni hanno quindi chiesto un patto tra tutti gli stakeholder del sistema logistico per spostare le merci dalla strada con questo sistema integrato nave e gomma, per ridurre l’inquinamento e la congestione del traffico.
Secondo i dati presentati, ogni anno in Italia si muovono infatti 700 mila camion che trasportano 12 milioni di tonnellate di merci, riuscire a imbarcarli consentirebbe di evitare 8 mila chilometri di file sulle strade, ridurre le emissioni di Co2 di 400 tonnellate l’anno e il consumo di gasolio di 200 milioni di litri l’anno.
Le autostrade del mare possono fare molto per incentivare le competitività commerciale del nostro paese – ha spiegato il vicepresidente di Confcommercio, Paolo Ugge’ – hanno infatti un ruolo importante per accrescere l’accessibilità dei territori, ridurre la congestione della rete autostradale, accrescere la sicurezza della circolazione e non da ultimo rispettare l’ambiente”.
Il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani a margine del convegno ha affermato che:
” dobbiamo essere tutti consapevoli che la sfida per la competitività del sistema dei trasporti e della logistica del Paese, o la vinciamo tutti assieme uniti, oppure ciascuno è condannato a perderla individualmente sommerso da sterili personalismi. Confartigianato Trasporti cerca di attuare una politica sindacale coerente sui diversi tavoli di confronto; ad esempio: avanzando la richiesta dell’esenzione dal calendario dei divieti di circolazione per i tir aderenti al progetto, operando con adeguate sanzioni contro il cabotaggio abusivo, rimodulando con nuove e specifiche responsabilità i contratti di trasporto di filiera, rispettando tempi di pagamento e costi minimi nonché una migliore organizzazione efficiente del personale potranno potenzialmente fare recuperare diversi punti percentuali di competitività per il nostro paese .”
03/04/2014